TRA OMBRE E LUCI - DANTE 700 - Villa De Claricini Dornpacher
ItaliArts
TRA OMBRE E LUCI
DANTE 700
Villa De Claricini Dornpacher
marzo 2020 / febbraio 2021
Bottenicco di Moimacco ( Udine )
Mostra d'Arte curata da ArteStruttura in collaborazione con la Fondazione De Claricini Dornpacher
e Giorgio Mondadori Editore
Il catalogo è stato pensato come un Commentario da parte dei partecipanti sull'opera poetica:
LA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri
Luce |
Introduzione all'opera Luce di Elena Clelia Budai a cura di Barbara Cappello
Editoriale Giorgio Mondadori
LUCE
“Colei che più di tutti rassomiglia
alla forma ideale ch’io nascondo
nell’intimo del sangue, nel profondo
petto, è la musicale meraviglia
d’un viso che mi parla
del mio stesso ammirarla”.
148 – Suoni del Gral – A. Onofri
“Colei che più di tutti rassomiglia
alla forma ideale ch’io nascondo
nell’intimo del sangue, nel profondo
petto, è la musicale meraviglia
d’un viso che mi parla
del mio stesso ammirarla”.
148 – Suoni del Gral – A. Onofri
Luce è l’opera Di Elena Clelia Budai. Luce, come Lucia. Dante è molto devoto alla Santa. In gioventù la prolungata lettura e sgobbo sopra i testi di studio recano al Poeta una lunga e pericolosa alterazione agli occhi. Dunque Egli per intercessione della Santa ne ottiene guarigione. Pertanto porta gratitudine, speranza e ammirazione nei suoi confronti. Nella Cantiche, Lucia diviene il simbolo di Grazia Illuminante, quale strumento per la salvezza eterna di ogni uomo.
Linee femminee, evidenziate dalla fasciatura rosa antico, che ne stringe e esalta le fattezze, sino a bendare il volto, occhi compresi. Il capo con lo sguardo coperto volge verso l’alto, verso l’illuminazione. Uno sguardo diretto all’ Empireo, le permette di assorbire la celestialità della Luce suprema.
Forzata dentro le fasce di bitume di cemento granulare è il perfetto rimando al nostro contemporaneo. Un tempo in cui la mercificazione della carne corporale vorrebbe visibili le strutture fisiche in vendita, ivi protette da una corazza studiata per preservare l’essenza umana. Una corazza che fascia anche la bocca, oltre agli occhi, in segno di protocollo preventivo dalle infezioni verbali. Dunque una protezione verso il Verbo del Sommo. Come preservato fu il Monumento eretto a Dante nella Piazza a lui dedicata nella città di Trento durante la seconda Guerra Mondiale, ove tutto l’opera venne rivestita da sacchi di sabbia in modo che i bombardamenti non la danneggiassero; Luce, a volta sua si preserva per rivendicare l’integrità della sua missione.
Luce, una figura armoniosa come i Canti, fragile come un giunco al vento, forte come una colonna di Ercole, bella come Niseide. Luce, protettrice della chiaroveggenza nella sua massima espressione. Luce, conduttrice nella buia via di ogni essere. Luce è “colei che più rassomiglia alla forma ideale ch’io nascondo”, come Onofri canta nella sua lirica, perché l’identità è dentro noi protetta e sacra, e, come tale la dobbiamo preservare. Luce, è la forma in nuovi corpi trasformata. Ecco, questa è Luce! Simulacro apparentemente incognito, ma verosimilmente perfetto quale Lucia dantesca contemporanea in assoluta significativa assonanza con Santa Lucia nelle Cantiche.
Linee femminee, evidenziate dalla fasciatura rosa antico, che ne stringe e esalta le fattezze, sino a bendare il volto, occhi compresi. Il capo con lo sguardo coperto volge verso l’alto, verso l’illuminazione. Uno sguardo diretto all’ Empireo, le permette di assorbire la celestialità della Luce suprema.
Forzata dentro le fasce di bitume di cemento granulare è il perfetto rimando al nostro contemporaneo. Un tempo in cui la mercificazione della carne corporale vorrebbe visibili le strutture fisiche in vendita, ivi protette da una corazza studiata per preservare l’essenza umana. Una corazza che fascia anche la bocca, oltre agli occhi, in segno di protocollo preventivo dalle infezioni verbali. Dunque una protezione verso il Verbo del Sommo. Come preservato fu il Monumento eretto a Dante nella Piazza a lui dedicata nella città di Trento durante la seconda Guerra Mondiale, ove tutto l’opera venne rivestita da sacchi di sabbia in modo che i bombardamenti non la danneggiassero; Luce, a volta sua si preserva per rivendicare l’integrità della sua missione.
Luce, una figura armoniosa come i Canti, fragile come un giunco al vento, forte come una colonna di Ercole, bella come Niseide. Luce, protettrice della chiaroveggenza nella sua massima espressione. Luce, conduttrice nella buia via di ogni essere. Luce è “colei che più rassomiglia alla forma ideale ch’io nascondo”, come Onofri canta nella sua lirica, perché l’identità è dentro noi protetta e sacra, e, come tale la dobbiamo preservare. Luce, è la forma in nuovi corpi trasformata. Ecco, questa è Luce! Simulacro apparentemente incognito, ma verosimilmente perfetto quale Lucia dantesca contemporanea in assoluta significativa assonanza con Santa Lucia nelle Cantiche.
Barbara Cappello
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